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01/02/15

La piana di Giza: correlazione con Orione?



Le Piramidi, in particolar modo le Piramidi di Giza, hanno sempre colpito e affascinato la mente umana. A volte, bisogna dirlo, hanno eccitato anche troppo la mente umana. E’ noto come la piramide di Giza sia stata considerata di volta in volta: un centro di potere mistico, una riproduzione in piccolo del pianeta Terra, il luogo in cui è custodito lo zed e la pietra filosofale (ammesso che siano due cose diverse), un reperto di Atlantide e, per non farci mancare nulla, una costruzione eretta da extraterrestri.
Dato che queste sono cose molto poco interessanti, ci occupiamo ora della teoria detta della correlazione con Orione. Questa teoria fu compiutamente spiegata e proposta per la prima volta da Robert Bauval e Adrian Gilbert ne Il Mistero di Orione. La teoria in se è abbastanza semplice: la posizione delle tre piramidi del complesso di Giza è stata scelta in modo da rispecchiare fedelmente la posizione delle tre stelle della cintura di Orione, non solo: la posizione scelta è correlabile con la posizione delle stelle della cintura di Orione nel 10.000 a. C. ca. Da qui discendevano due possibili corollari: o le piramidi erano state edificate in quella data, oppure le piramidi sono state effettivamente edificate nel XXV secolo a. C. ma i costruttori avevano sottomano una carta dei cieli del 10.000 a. C.

 Facciamo ora un breve riassunto di cosa sia stata l’età delle piramidi: è così definito un periodo estremamente breve in cui l’arte di costruire piramidi crebbe, si sviluppò, raggiunse l’apice con il complesso di Giza e poi cadde nell’oblio. Tutto questo nell’arco di circa duecento anni, dal 2650 a. C. al 2450 a. C. Le prime Piramidi mostrano soluzioni architettoniche e ingegneristiche che potremmo definire primitive (si veda ad esempio Abydos) che poi verranno ampiamente superate con le cinque grandi piramidi erette dalla Quarta Dinastia: le tre di Giza, Abu Roash e Zawiet al Arian. Dopo queste, l’ultima delle quali è quella di Micerino, la tecnica costruttiva decadrà inesorabilmente. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento suggeriamo il testo di Kurt Mendelssohn: L’enigma delle piramidi. In questo testo vengono descritte soluzioni e tecniche costruttive, cerca inoltre di dare una risposta alla domanda che assilla un po’ tutti coloro che le vedono: perché sono state costruite le piramidi? La risposta è che non lo sappiamo. Le Piramidi sembrano non essere tempi, non sono tombe (nessun corpo è stato trovato tumulato in esse) e sembrano sfuggire a qualsiasi uso razionale. L’ipotesi di Mendelssohn è che avessero uno scopo sociale: ovvero utilizzare le maestranze improduttive nei periodi in cui non si faceva agricoltura, in modo da evitare problemi sociali. Che è un po’ come dire che nel 1700 si sono inventate le fabbriche per far lavorare gli operai se no erano disoccupati. Forse c’è del vero in una spiegazione di questo tipo, ma certo riduce la complessità della questione in maniera inaccettabile.
 Il problema è più complesso, ed è lo stesso che affliggerebbe un archeologo futuro che visitasse San Pietro senza alcuna coscienza dei costumi religiosi medievali, anche lui probabilmente non riuscirebbe a comprendere il motivo di un tale sforzo costruttivo.
Gli architetti egizi erano indubbiamente attratti dalle stelle, numerosi sono gli allineamenti all’interno delle piramidi. Questa considerazione ha portato, nel 1964, a risolvere uno dei misteri della piramidi di Giza: i condotti. La Grande Piramide è attraversata da diversi condotti che sbucano nelle camere, per anni sono stati considerati condotti d’aerazione, benché si sia poi scoperto che alcuni sono sbarrati. Nel 1964, dunque, l’astronoma Virginia Trimble e l’egittologo Alexander Badaway scoprirono che il condotto nord della Camera del Re era, negli anni fra il 2600 e il 2540 a. C. verso Alpha Draconis, la stella polare dell’epoca. Il condotto sud punta invece verso la cintura di Orione. Tra l’altro, questo sembrerebbe confermare la data ufficiale di costruzione delle piramidi.
Vicissitudini molto più particolari riguardano i condotti della Camera della Regina: nel 1993 un ingegnere tedesco, Rudolf Gatenbrick, ebbe il compito di ripulire i condotti per installare dei sistemi di aerazione. Quando si trovò alle prese con i condotti della Camera della Regina costruì un robot molto particolare a tal fine: Upuat, la guida nell’Oltretomba. Ebbene, addentrandosi nel condotto inferiore Sud Upuat scoprì che il condotto era lungo in modo imprevisto e che si addentrava nel cuore della piramide, fino a quando si fermò davanti a una “cosa” con due maniglie che Gatenbrick, non senza ironia, definì Unitendified Stone Object e che per lungo nessuno ha avuto il coraggio di chiamare con il suo nome: porta. Nel 2002 venne tentata una nuova esplorazione, sponsorizzata dal National Geographic. Un nuovo robot trapanò la porta, inserì una telecamera e vide… una seconda porta. Una porta identica fu scoperta anche nel condotto inferiore nord.
L’idea che ci siano delle stanze “segrete” all’interno della piramide è qualcosa di sconcertante e strabiliante ma, per ora, non ci è dato sapere altro visto che, ad oggi, non sono state fatte ulteriori indagini.
Torniamo ora a Orione.
Queste sono le piramidi di Giza, foto presa da Google Earth



Questa è la costellazione di Orione, la foto è tratta da una visione del cielo creata con il software Stellarium.La Cintura di Orione è composta dalle tre stelle Alnitak, Alnilam e Mintaka




Questa una sovrapposizione delle due immagini



Ora, guardandole la correlazione sembra chiara. Inoltre la costellazione di Orione aveva un significato particolare per gli antichi egizi, in quanto rappresentava Osiride, dio della resurrezione.
I punti della “correlazione Orione-Giza” sono due: che le piramidi siano correlate e che la correlazione sia datata al 10.000 a. C. Il secondo punto non ha nessun fondamento scientifico: non è per nulla chiaro come va considerata la datazione, visto che le distanze tra le tre stelle sono rimaste costanti nel tempo. La cintura di Orione era così nel 10.000 a. C. ed è così oggi. Per cui non è molto scientifico discuterne. Il primo punto è più complicato ed è riassumibile in questa domanda: quante probabilità ci sono che tre oggetti rispecchino la posizione delle tre stelle di Orione? Potremmo trovare montagne, paesi o particolari edifici in una città disposti in quella posizione. Potremmo trovare persino, sorpresa delle sorprese, altre stelle. E, in effetti, qualcuno ha proposto che la correlazione sia non con la cintura di Orione, ma con le ali del cigno ovvero le tre stelle centrai del Cigno. La teoria è stata proposta da Andrew Collins, The Cyngus Mistery
Se una correlazione esiste, è assai più probabile una correlazione con Orione che non con il Cigno. Ma questa domanda è intimamente legata al progetto di Giza e alla datazione delle piramidi. La cosa più sorprendente è che l’unico documento che ci parla delle piramidi è il testo greco di Erodoto, Le Storie. L’unica certezza che abbiamo riguardo alle tre piramidi è riguardo alla Grande Piramide, nella quale vennero trovate delle iscrizioni che attribuiscono la piramide a Cheope. Le scritte sono state successivamente contestate, ma appaiono comunque credibili. Per Chefren e Micerino invece l’attribuzione è del tutto arbitraria.
In questo discorso si inserisce la proposta fatta da Magli di retrodatare la piramide di Chefren. Essa fu costruita prima della piramide di Cheope e probabilmente da Cheope stesso, che aveva in mente un progetto unitario. Mentre Micerino è stata costruita diversi anni dopo. Non ci dilungheremo qui sulle ragioni della proposta di Magli (che appaiono comunque pienamente condivisibili) ma per chi fosse interessato potrà trovare la spiegazione in: Archeoastronomia, pag. 318. Le due piramidi di Cheope e Chefren costituivano quindi un unico complesso. Ciò è confermato dalle innumerevoli evidenze archeoastronomiche rilevabili dalle due piramidi e ampiamente descritte nell'opera citata. Se ciò è vero allora ci si spiega anche la correlazione con Orione: se vi imbucate a una festa la vostra prima preoccupazione sarebbe di non farvi notare. Con tutta probabilità è ciò che ha fatto Micerino (o chi per lui). Volendo costruire la propria piramide all’interno del complesso di Giza ha scelto la soluzione che più si addiceva al contesto archeoastronomico: riprodurre la cintura di Orione.

p.s. Nella foto dove vengono sovrappostele foto di Giza e della cintura di Orione, ci siamo permessi di fare un piccolo scherzo. I più accorti sapranno che a Micerino, la piramide più piccola, viene fatta corrispondere Mintaka, mentre nella foto presentata a Micerino corrisponde Al Nitak. Questo perché per far combaciare stelle e piramidi, la Cintura di Orione va invertita ribaltando Nord e Sud. Questa non è assolutamente una prova della non-corrispondenza: non sappiamo dove avrebbero dovuto mettere il Nord gli antichi egizi rappresentando le stelle sulla terra (e di certo non faceva sovrapposizioni al computer). Semmai è una prova che una correlazione di questo tipo, volendo, si riesce a trovare molto facilmente. Per questo la correlazione con Orione è più credibile rispetto a quella con il Cigno visto che Orione rappresentava una divinità della rinascita e della resurrezione.

p.p.s. L’argomento non è chiuso, anzi diciamo che è appena aperto. Presto continueremo a occuparci di Giza, concentrandoci stavolta sulla Sfinge.

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